Il Vangelo scelto per la festa dei SS. Simone e Giuda è il passaggio di Luca, che ci racconta di Gesù che passa la notte in preghiera sul monte, dopo di che Egli chiamò i suoi discepoli, ne scelse dodici e li chiamò apostoli. Questi sono coloro che Gesù scelse personalmente perchè lo seguissero da vicino, fossero formati ai misteri del Regno, e fossero mandati a proclamare la Buona Notizia del Regno a tutto il mondo.
Noi oggi celebriamo due dei Dodici: Simone e Giuda - citati nel Vangelo come discepoli chiamati a un più profondo impegno per Cristo, nella missione, come apostoli. Essi furono mandati per essere fedeli testimoni con la parola (predicazione/insegnamento) e col sangue (servizio), abbandonando tutto in unione al sacrificio di Cristo. Ambedue, Simone e Giuda, spesero la loro vita predicando il vangelo a un mondo pagano, e si crede che ambedue morirono da martiri per la loro fede.
Per il battesimo e la professione religiosa come Passionisti, anche noi oggi siamo chiamati, scelti e mandati a dare un’uguale testimonianza radicale come apostoli Passionisti, e a fare sacrifici per Cristo e la sua missione nel nostro mondo. Non siamo estranei ai misteri di Cristo! Davvero, noi partecipiamo alla sua passione, morte e resurrezione. Per la Potenza dello Spirito Santo la nostra fede vince la nostra paura e rende coraggiosa e senza vergogna la nostra testimonianza. Noi non siamo residenti temporanei nella Chiesa! Davvero, noi abbiamo firmato sulla linea tratteggiata! Ci sentiamo a casa nel Corpo di Cristo; la nostra vita non ha più senso senza Cristo e la sua Chiesa! Con le parole della prima lettura di oggi, tratte da Efesini:
“Noi non siamo più stranieri e ospiti, ma cittadini con i santi e anche membri della casa di Dio, costruita sul fondamento degli apostoli e dei profeti, che ha come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù.”
Questa commemorazione degli apostoli oggi – il fondamento su cui noi siamo edificati – dovrebbe riaccendere il “fuoco nei nostri cuori”, quel fervore e zelo originali che tutti abbiamo provato quando siamo stati chiamati, scelti e mandati da Cristo, come Passionisti, per proclamare la Buona Notizia della Passione – il messaggio della Compassione e dell’Amore di Dio per tutta la creazione, manifestata nel dono di Suo Figlio, Gesù, con la sua la sua passione, morte e resurrezione.
Il nostro lavoro durante questo sinodo è (stato) di ascoltare, rivedere e riflettere sul lavoro della Ristrutturazione della Congregazione che continua e che, pensiamo, è un movimento dello Spirito, che ci incoraggia a non diventare compiaciuti o mondani nella nostra vita e missione, rischiando così di essere irrilevanti e inefficaci nel nostro mondo sempre più frammentato. Sappiamo che, come Passionisti, oggi non possiamo “tirare avanti” facendo quello che abbiamo sempre fatto; il mondo è cambiato e allora dobbiamo essere creativi nel trovare nuovi approcci nella nostra vita e missione.
Il nostro processo di discernimento ci ha condotti a fare passi coraggiosi optando per la solidarietà come il nostro punto centrale, il nostro modo di essere nella Congregazione, così che la nostra missione – quella per cui esistiamo e siamo mandati - riceva una più grande vitalità e sia più efficace nella realtà del mondo di oggi.
La testimonianza apostolica dei SS. Simone e Giuda è stata il loro impegno e zelo nel predicare il Vangelo a un mondo pagano e il morire da martiri a causa di questa missione. Mentre speriamo che non ci siano richieste scelte così minacciose per la nostra vita, tuttavia sappiamo che siamo sfidati in questo periodo della storia della Congregazione a fare altri sacrifici che hanno ripercussioni sulla nostra vita personale e comunitaria, cioè, la chiamata alla conversione(rinnovamento) e alla solidarietà.
Quanto siamo desiderosi di lasciare agi,attaccamenti,lussi, -e versare anche il sangue– per testimoniare Cristo?
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